Terra Falisca
Basilica Cattedrale di Nepi
L'interno
Oggi si presenta con le sue ampie cinque navate a volta.
Le misure sono di m. 46,50 di lunghezza,  compreso  il  Presbiterio, m. 30 di larghezza e m. 16 d'altezza.
Il pavimento è a riquadri di marmo eseguito nel 1901; in precedenza era cosmatesco, come testimonia la lastra inglobata sotto il portico.
I pilastri s'ispirano allo stile corinzio.
La decorazione è del pittore Di Mauro. Lungo le navate corrono sei arcate a tutto sesto, con pilastri divisori delle navate laterali.
Lungo le pareti della navata centrale sono disposti con delicata armonia 12 affreschi (3,10 x 3,30), raffiguranti la vita della Madonna, con richiami biblici dei misteri gaudiosi; ne è autore Domenico Torti che li terminò nel 1868.
Rappresentano:
la condanna dei Progenitori e la promessa dell'Immacolata; la Natività della Beata Vergine; la Presentazione di Maria Bambina al  tempio;   lo  Sposalizio  di Maria SS. con San Giuseppe;  l'Annunciazione;  la  visita  a Santa Elisabetta; la nascita di Gesù; l'Adorazione dei Magi; la Presentazione di Gesù al tempio; la fuga in Egitto; la disputa del fanciullo Gesù tra i dottori; la dormizione della Beata Vergine.
Click Affreschi di D. Torti
Al centro della volta grande spicca il dipinto raffigurante l'incoronazione di Maria SS. da parte del figlio Gesù.
Ai lati i SS. Tolomeo e Romano in abiti pontificali, il papa S. Pio V, che fu vescovo di Nepi ed, in ginocchio, un giovane rivestito di clamide rossa, che alcuni, invece, identificano con Santa Savinilla; sullo sfondo le torri di Nepi ed un'ara sacrificale in frantumi.

Nell'arco trionfale ci sono gli stemmi intrecciati di Pio IX, il vescovo Giulio Lenti "Festina lente", l'insegna del Capitolo con la Basilica.
Nella navata di destra, entrando, è disposta la Cappella del Fonte Battesimale che porta la data del 1577. Il dipinto ad olio su tela (1,90 x 1,25) raffigura Gesù nel Giordano (sec. XVII cultura cortonesca del Bonifazi); restaurato nel 1982.
Altare di S. Isidoro Agricola - dipinto ad olio su tela (1,94 x 1,25) del sec. XVII, con evidente l'influsso della Scuola del Caravaggio; restaurato nel 1982.
Altare di San Giuseppe - dipinto ad olio su tela (2,35 x 1,30), raffigurante la morte di San Giuseppe, assistito da Gesù e dalla Vergine Maria.
Altare di San Filippo Neri - (olio su tela 1,30 x 2,00), sec. XVII della cultura Arpinesca - G. Recca.
Cappella della Madonna della Salute - dipinto del 1884 - firmato con un sigla: C.F.
La Vergine con i SS. Pietro, Camillo...; vi è sepolto S.E. Mons. Giuseppe Gori, nato a Prato il 19/5/1885, morto in Nepi il 2/7/1969, vescovo per 27 anni. Salendo la gradinata si incontra la Cappella del SS. Sacramento.

Al centro, c'è un pregevole dipinto su tavola con i Santi: Francesco, Bonaventura, Antonio e Caterina di Alessandria. Misura 2,15 x 1,18. S'ispira alla cultura vicina al Valeriane, databile all'incirca al 1580.
Alla parete c'è un quadro proveniente dalla Chiesa di S. Eleuterio (olio su tela 1,87 x 2,76). Rappresenta misticamente l'Annunciazione. Di fattura manierista Viterbese: Filippo Capozzi; Giovanni Porta detto il Salviati. Vi si scorgono legami con i dipinti in S. Sabina in Roma. Vi sono ritratti i committenti: i nobili Giovanni Celso e consorte Diana Vittor.
Nelle quattro piccole nicchie, gli Evangelisti: Giovanni, Luca, Matteo e Marco. Le statuine, che misurano 0,50 di altezza, sono in marmo di Carrara e sono i resti dell'antico ambone romanico.
Ai lati dell'altare risultano inglobati due bassorilievi dei S.S. Tolomeo e Romano, facenti parte del pulpito andato distrutto nell'incendio del 1798. Il candelabro marmoreo ricorda il Giubileo del 1650.

Sovrasta il presbiterio il riuscitissimo gioco di prospettiva che dà l'impressione in profondità di una vera cupola.
In essa sono disposti, in cerchio, i santi biblici della famiglia della Madonna: Sancta Anna - Sanctus Joachim - Sanctus Joseph - Sancta Elisabeth - S. Maria Cleophae - Sanctus Zacharia - Sanctus Joannes Bapt. - S. Maria Salome.
Nei pennacchi i Profeti: Isaia: Ecce Virgo concipiet - Mosè: Ipsa conteret caput tuum - David: Astitit Regina a dextris tuis - Ezechiele: replevit gloria Dei Domum Dni.
Nei tondi i simboli biblici della Vergine: Civitas Dei - Quasi oliva speciosa in campis - Electa ut sol - Sicut palma in cades fons signatus.
Al centro: Quasi plantatio rosae in Jerico - Sicut stella matutina in medio nebulae - sicut lilium inter spinas.
A destra: Porta coeli - Quasi cypressus in monte Sion - Sicut luna perfecta in diebus suis - Quasi cedrus in Libano - Hortus conclusus.
Nel catino troneggia Maria Assunta che incede solenne tra le nubi, seguita da uno stuolo festoso di Angeli.
Il dipinto misura 3,50 x 6,50 metri; da notare il movimento delle nubi che va oltre il riquadro della cornice.
Tutte le ricche decorazioni dei drappeggi sono del Di Mauro.

Sopra gli stalli dei Canonici, a sinistra, c'è un dipinto raffigurante la consacrazione episcopale del primo vescovo di Nepi S. Romano, dall'Apostolo Pietro, mentre in ginocchio assiste S. Tolomeo, inviato missionario in Etruria dallo stesso Pietro.
A destra è raffigurata la pubblica professione di fede, davanti alle Autorità, nel Foro Nepesino da parte di S. Romano, mentre il vescovo Tolomeo è già decapitato.

La tradizione ininterrotta li celebra come Protomartiri dell'Occidente, come li pone la PASSIO, nell'anno 51, sotto l'imperatore Claudio. Erano stati preceduti da altri 38 martiri, il 22 luglio.
Sul lato del ceppo è la firma dell'autore: Domenico Torti.

La festa annuale dei Santi Patroni si celebra il 24 agosto, data del martirio.
Nel Martirologio del 1568 in carta pergamena esistente nell'Archivio di S. Pietro di Toscanella si osserva: Die 24 Augusti apud civitatem Pentapolim Thusciae Martyrium SS. Martyrum Ptholomaei ejusdem civitatis Episcopi, et Romani Nepesini Episcopi, qui tempore Claudii Imperatoris tenti sunt, et durissime caesi, qui ducti sunt foras civitatis ad Portam, quae vocatur Triumphalis, et inde decollati sunt, quae Corpora sepulta sunt in crypta non longe a Pentapoli, ubi alii triginta discipuli, qui passi sunt, sepulti, sunt, ubi fluunt nationes usque in hodiernum diem. "Il 24 agosto presso la città Pentapoli di Tuscia il martirio dei Santi Martiri Tolomeo, vescovo della stessa città, e Romano vescovo nepesino, i quali al tempo di Claudio imperatore furono presi e tormentati durissimamente, condotti fuori della città presso la porta Trionfale e quindi decollati: i loro corpi furono sepolti in una grotta non lungi dalla Pentapoli, dove furono pure sepolti altri trenta discepoli e dove accorrono le genti fino ai nostri giorni".

Al centro dell'abside troviamo il Trittico del SS. Salvatore: quadro ad olio su tela con le seguenti dimensioni: 2,04 x 1,55, la tela centrale e 2,04 x 0,73 i due sportelli laterali.
Il Redentore mostra il libro con la scritta: Ego sum: via, veritas et vita.
Negli sportelli laterali sono raffigurati i S.S. Tolomeo e Romano e, nella parte superiore, l'Angelo Gabriele e la Vergine Annunziata.
La mirabile opera è attribuita al pennello di Giulio Giannazzi, più conosciuto come GIULIO ROMANO.
L'Altare Maggiore, volto ad oriente, misura 3 x l,10; è rivestito di marmi pregiati, provenienti dallo spoglio di templi e ville pagane. Davanti, il paliotto è formato dal sarcofago di S. Romano, ivi posto il 2 agosto 1688, per iniziativa del Vicario Generale can. Fabrizio Floridi.
Il santo Vescovo è composto nel sonno dei giusti, vestito di abiti pontificali, circondato da tre stupendi angeli, mentre la matrona Savinilla stende un manto per la sepoltura.
L'opera è in marmo di Carrara, misura m. 3 di lunghezza. È stata danneggiato nell'incendio del 1798, quando tra l'altro fu amputato il naso del santo da un colpo d'archibugio. Eseguito a spese della Chiesa e del Comune, mostra i due stemmi del Vescovo e del Comune di Nepi.
E' attribuito al Bernini.

In sacrestia sono conservate due pregevoli tavole a tempera con fondo d'oro, residuo di Trittico (1,17 x 0,40); sono di scuola Umbro-Laziale secondo lo stile del Perugino, sec. XV.
Altre quattro pregevoli tele ad olio di dimensione 1,18 x 0,90 rappresentano S. Giuda Taddeo, S. Matteo ap., S. Bartolomeo, S. Pietro ap., e sono attribuite a OMS Francois.
Tele identiche si trovano in casa Cavetti a Viterbo.

Scendendo a destra, nella parete lungo le scale, troviamo una pala da altare raffigurante l'Assunta in Cielo, del sec. XVII; l'autore sarebbe il pittore eugubino Benedetto Brezzi, (1,30 x 2 metri). È stato restaurato nel 1982.
In piano, a destra, c'è la tomba del venerabile Servo di Dio Luigi Maria Olivares, salesiano, già vescovo di Nepi e Sutri, per 27 anni. Nato a Corbetta il 18/10/1873, morto a Pordenone il 19/5/1943.
Il primo altare raffigura S. Girolamo. Bellissimo dipinto ad olio su tela (2 x 1,33), mostra il Santo penitente con un sasso, che si batte il petto, davanti al Crocifisso.
È del sec. XVI, di cultura arpinesca, molto vicino a G. Recca. Il Sant'Angelo vi scorgeva un influsso veneto, altri lo attribuivano al Mantegna.
Segue l'altare del Crocifisso, scampato miracolosamente all'incendio del 1798. È in legno intagliato, misura 2 x 1,33 metri; è del sec. XV.
Segue l'Altare della nobile famiglia Sansoni, con il quadro dell'Immacolata, (2,00 x 1,30 metri). Alcuni vi vedono lo stile del Sassoferrato, altri la mano del pittore Bemardo Brozzi, eugubino.
Sulla parete di fondo, il ricordo dell'ultimo Sinodo Diocesano:

VIII IDVS OCTOBR. MAMVII JOSEH BERNARDVS DOEBBING E FRANCISCALIVM FAMILIA NEPESINORUM ATQUE SUTRINORUM EPISCOPVS SYNODVM DIOCESANAM A CII ANNIS INTERMISSAM ADSTANTIBCVS DIOCESIS VTRVSQUES PATRVM CANONICORVM COLLEGGIS VBIVERSOQUE CLERO IN HAC AEDE PRINCIPE AERE SUO FELICITER CELEBRAVIT

L'8 Ottobre 1907 GIUSEPPE BERNARDO DOEBBING Francescano Vescovo di Nepi e Sutri in questo tempio celebrò felicemente il Sinodo Diocesano non più celebrato da 112 anni alla presenza dei Canonici e di tutto il Clero delle due Diocesi.