Nell'arco trionfale ci sono gli stemmi intrecciati
di Pio IX, il vescovo Giulio Lenti "Festina lente", l'insegna del Capitolo
con la Basilica.
Nella navata di destra, entrando, è disposta la Cappella del Fonte Battesimale
che porta la data del 1577. Il dipinto ad olio su tela (1,90 x 1,25) raffigura
Gesù nel Giordano (sec. XVII cultura cortonesca del Bonifazi); restaurato
nel 1982.
Altare di S. Isidoro Agricola - dipinto ad olio su tela (1,94 x 1,25) del
sec. XVII, con evidente l'influsso della Scuola del Caravaggio; restaurato
nel 1982.
Altare di San Giuseppe - dipinto ad olio su tela (2,35 x 1,30), raffigurante
la morte di San Giuseppe, assistito da Gesù e dalla Vergine Maria.
Altare di San Filippo Neri - (olio su tela 1,30 x 2,00), sec. XVII della cultura
Arpinesca - G. Recca.
Cappella della Madonna della Salute - dipinto del 1884 - firmato con un sigla:
C.F.
La Vergine con i SS. Pietro, Camillo...; vi è sepolto S.E. Mons. Giuseppe
Gori, nato a Prato il 19/5/1885, morto in Nepi il 2/7/1969, vescovo per 27
anni. Salendo la gradinata si incontra la Cappella del SS. Sacramento.
Al centro, c'è un pregevole dipinto su tavola
con i Santi: Francesco, Bonaventura, Antonio e Caterina di Alessandria. Misura
2,15 x 1,18. S'ispira alla cultura vicina al Valeriane, databile all'incirca
al 1580.
Alla parete c'è un quadro proveniente dalla Chiesa di S. Eleuterio (olio su
tela 1,87 x 2,76). Rappresenta misticamente l'Annunciazione. Di fattura manierista
Viterbese: Filippo Capozzi; Giovanni Porta detto il Salviati. Vi si scorgono
legami con i dipinti in S. Sabina in Roma. Vi sono ritratti i committenti:
i nobili Giovanni Celso e consorte Diana Vittor.
Nelle quattro piccole nicchie, gli Evangelisti: Giovanni, Luca, Matteo e Marco.
Le statuine, che misurano 0,50 di altezza, sono in marmo di Carrara e sono
i resti dell'antico ambone romanico.
Ai lati dell'altare risultano inglobati due bassorilievi dei S.S. Tolomeo
e Romano, facenti parte del pulpito andato distrutto nell'incendio del 1798.
Il candelabro marmoreo ricorda il Giubileo del 1650.
Sopra gli stalli dei Canonici, a sinistra,
c'è un dipinto raffigurante la consacrazione episcopale del primo vescovo
di Nepi S. Romano, dall'Apostolo Pietro, mentre in ginocchio assiste S. Tolomeo,
inviato missionario in Etruria dallo stesso Pietro.
A destra è raffigurata la pubblica professione di fede, davanti alle Autorità,
nel Foro Nepesino da parte di S. Romano, mentre il vescovo Tolomeo è già decapitato.
La tradizione ininterrotta li celebra come
Protomartiri dell'Occidente, come li pone la PASSIO, nell'anno 51, sotto l'imperatore
Claudio. Erano stati preceduti da altri 38 martiri, il 22 luglio.
Sul lato del ceppo è la firma dell'autore: Domenico Torti.
La festa annuale dei Santi Patroni si celebra
il 24 agosto, data del martirio.
Nel Martirologio del 1568 in carta pergamena esistente nell'Archivio di S.
Pietro di Toscanella si osserva: Die 24 Augusti apud
civitatem Pentapolim Thusciae Martyrium SS. Martyrum Ptholomaei ejusdem civitatis
Episcopi, et Romani Nepesini Episcopi, qui tempore Claudii Imperatoris tenti
sunt, et durissime caesi, qui ducti sunt foras civitatis ad Portam, quae vocatur
Triumphalis, et inde decollati sunt, quae Corpora sepulta sunt in crypta non
longe a Pentapoli, ubi alii triginta discipuli, qui passi sunt, sepulti, sunt,
ubi fluunt nationes usque in hodiernum diem. "Il 24 agosto presso la
città Pentapoli di Tuscia il martirio dei Santi Martiri Tolomeo, vescovo della
stessa città, e Romano vescovo nepesino, i quali al tempo di Claudio imperatore
furono presi e tormentati durissimamente, condotti fuori della città presso
la porta Trionfale e quindi decollati: i loro corpi furono sepolti in una
grotta non lungi dalla Pentapoli, dove furono pure sepolti altri trenta discepoli
e dove accorrono le genti fino ai nostri giorni".
In sacrestia sono conservate due pregevoli
tavole a tempera con fondo d'oro, residuo di Trittico (1,17 x 0,40); sono
di scuola Umbro-Laziale secondo lo stile del Perugino, sec. XV.
Altre quattro pregevoli tele ad olio di dimensione 1,18 x 0,90 rappresentano
S. Giuda Taddeo, S. Matteo ap., S. Bartolomeo, S. Pietro ap., e sono attribuite
a OMS Francois.
Tele identiche si trovano in casa Cavetti a Viterbo.
Scendendo a destra, nella parete lungo le
scale, troviamo una pala da altare raffigurante l'Assunta in Cielo, del sec.
XVII; l'autore sarebbe il pittore eugubino Benedetto Brezzi, (1,30 x 2 metri).
È stato restaurato nel 1982.
In piano, a destra, c'è la tomba del venerabile Servo di Dio Luigi Maria Olivares,
salesiano, già vescovo di Nepi e Sutri, per 27 anni. Nato a Corbetta il 18/10/1873,
morto a Pordenone il 19/5/1943.
Il primo altare raffigura S. Girolamo. Bellissimo dipinto ad olio su tela
(2 x 1,33), mostra il Santo penitente con un sasso, che si batte il petto,
davanti al Crocifisso.
È del sec. XVI, di cultura arpinesca, molto vicino a G. Recca. Il Sant'Angelo
vi scorgeva un influsso veneto, altri lo attribuivano al Mantegna.
Segue l'altare del Crocifisso, scampato miracolosamente all'incendio del 1798.
È in legno intagliato, misura 2 x 1,33 metri; è del sec. XV.
Segue l'Altare della nobile famiglia Sansoni, con il quadro dell'Immacolata,
(2,00 x 1,30 metri). Alcuni vi vedono lo stile del Sassoferrato, altri la
mano del pittore Bemardo Brozzi, eugubino.
Sulla parete di fondo, il ricordo dell'ultimo Sinodo Diocesano:
VIII IDVS OCTOBR. MAMVII JOSEH BERNARDVS DOEBBING E FRANCISCALIVM FAMILIA NEPESINORUM ATQUE SUTRINORUM EPISCOPVS SYNODVM DIOCESANAM A CII ANNIS INTERMISSAM ADSTANTIBCVS DIOCESIS VTRVSQUES PATRVM CANONICORVM COLLEGGIS VBIVERSOQUE CLERO IN HAC AEDE PRINCIPE AERE SUO FELICITER CELEBRAVIT
L'8 Ottobre 1907 GIUSEPPE BERNARDO DOEBBING Francescano Vescovo di Nepi e Sutri in questo tempio celebrò felicemente il Sinodo Diocesano non più celebrato da 112 anni alla presenza dei Canonici e di tutto il Clero delle due Diocesi.